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Il 10 Febbraio
scorso, il supplemento "Salute" de "La Repubblica" ha pubblicato una
serie di articoli sulla professione odontoiatrica in Italia. |
Il succo di queste tre pagine e' che i dentisti sono insensibili alle esigenze economiche
della clientela, dimenticandosi di essere medici e pensando solo al "dio
denaro". Certo, le strutture pubbliche ci sono, basterebbe solo un po' di buona
volontà da parte della categoria... |
Nulla può scardinare questa tesi, nemmeno il fatto che i titoli degli articoli (piuttosto
pesanti) non rispecchiano affatto cio' che poi e' effettivamente riportato, e cioe' che in
Italia viene garantito uno standard tra i più alti di Europa, e questo solo grazie
all'impegno di 40.000 liberi professionisti su tutto il territorio nazionale, che cercano
di dipanarsi tra leggi e regolamenti astrusi, vessati da un regime fiscale pesantissimo
(giustamente in una pagina e' riportato che su 100 lire fatturate, meno del 40% rimane al
dentista, che poi deve ancora pagare personale, tecnici e materiali) e dediti ad un
aggiornamento per lo piu' continuo, ma completamente a proprie spese (le aziende raramente
sponsorizzano la partecipazione a corsi, cosa che succede regolarmente in tutte le altre
branche mediche). |
Qui di seguito riportiamo l'articolo che da' inizio al
supplemento (chi ben comincia...). In fondo alla pagina abbiamo anche aggiunto la
possibilità di scaricare gli altri 4 articoli che ci riguardano. Lasciando da parte
stupore e indignazione, sarebbe stimolante se i Colleghi (e non) inviassero un commento su questo ai
responsabili del sito; tra qualche giorno pubblicheremo quelli piu' interessanti. Per
adesso grazie
PS Qui
trovi i commenti piu' interessanti che ci sono giunti finora.
ULTIM'ORA!!! Pubblichiamo la
risposta di Repubblica alla replica del Presidente ANDI Paolo Amori. Ovviamente nessuna
marcia indietro da parte della redazione... Vale comunque la pena di ricordare come già
vari anni fa la Prof.ssa Strohemenger di Milano riconobbe che "ogni volta che la USL
fa un 'otturazione va in perdita"; chissà perché per una cosa così semplice
l'utente è costretto a tornare più volte (pagando sempre), quando da uno studio privato
riesce ad avere di più e meglio? A Repubblica l'ardua sentenza. |
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