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Osservatorio
internazionale per la cefalea cronica quotidiana |
Per i 3 milioni di italiani perseguitati dalla
cefalea cronica quotidiana prende il via un Osservatorio internazionale di
specialisti per sperimentare terapie alternative ai farmaci analgesici, spesso
usati in maniera abnorme dai malati. L'iniziativa è stata promossa dal
professor Paolo Martelletti dell'ospedale S.Andrea, secondo Policlinico
dell'università La Sapienza di Roma, e ha l'obiettivo di verificare sulla base
dei dati clinici nuove possibilità di trattamento. Quindici esperti, italiani
e stranieri, tra i quali Oliver Dolly, Roger Aoky, Stefen Silbestein sono al
lavoro a Roma per trovare nuove possibilità di cura. Pillole, supposte e
iniezioni sono spesso prese senza prescrizione medica e
in quantità elevate; anche per questo è difficile fare una corretta diagnosi.
Tra le possibili vie innovative per i malati resistenti a qualsiasi terapiasi
affaccia l'ipotesi di trattamenti a base di neurotossina.
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Odontoiatri, per i vecchi laureati arriva
un decreto «salva-diritti»
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Pronto lo schema per il recepimento della direttiva
Ue 19/01. È affidato a un decreto legislativo - di
imminente discussione in Consiglio dei ministri - il provvedimento che sigla
con la parola fine l'annosa vicenda dell'autorizzazione a esercitare la
professione di odontoiatra per gli iscritti ai corsi di laurea in Medicina tra
gli anni accademici 1980-81 e 1984-85. La bozza di decreto - concordata tra i
ministeri delle Politiche comunitarie e della Salute, rappresentanti della
FnomCeO, la Federazione degli Ordini dei medici, e dell'Andi, l'Associazione
nazionale dei dentisti - modifica la legge 409/1985 con cui l'Italia aveva
recepito le direttive comunitarie 686 e 687 del 1978 sui criteri di formazione
dei dentisti. Condannata più volte dalla Corte di giustizia europea proprio
per il mancato rispetto dei criteri Ue sulla formazione (era infatti prevista
una doppia via: laurea in Odontoiatria e laurea in Medicina più
specializzazione in campo odontoiatrico), con questo decreto l'Italia punta a
mettersi in regola su due fronti. Il primo è l'applicazione della direttiva Ue
19/2001, che consente ai medici iscritti al relativo corso di laurea tra gli
anni 1980/81 e 1984/85, specialisti in odontoiatria o che avranno superato un
corso di formazione di 360 ore, di mantenere l'iscrizione all'Albo degli
odontoiatri. In secondo luogo, con il nuovo decreto l'Italia risolve anche la
situazione ordinistica, prevedendo che tanto chi avrà superato la "prova
attitudinale" (già prevista dal Dlgs 386/1998) quanto gli specialisti dovranno
iscriversi all'Albo degli odontoiatri, ma potranno anche mantenere
l'iscrizione a quello dei medici. Se sana la maggior parte delle posizioni
allineando l'Italia al diritto europeo, lo schema di decreto legislativo
all'esame di uno dei prossimi Consigli dei ministri lascia in sospeso la
posizione di una terza categoria: gli iscritti a Medicina dopo il 1985 che
hanno fatto in tempo a specializzarsi prima della chiusura delle scuole
all'inizio degli anni '90. Questi professionisti non rientrano nella soluzione
prevista dalla direttiva 19/2002, che disciplina solo la posizione degli
iscritti tra il 1980/81 e il 1984/85 e non gli anni successivi. Si tratta di
poche centinaia di professionisti la cui posizione andrà sanata al più presto.
Purtroppo, malgrado il paziente lavoro di ricucitura con la normativa Ue
svolto dal ministero delle Politiche comunitarie, inserirli in questo
provvedimento avrebbe significato
di nuovo violare le direttive Ue.
Con ogni probabilità sarà integrata nel testo del Dlgs pronto per l'esame del
Consiglio dei ministri la richiesta dell'Andi di ribadire l'obbligo di
iscrizione all'Albo degli odontoiatri per tutti i laureati prima del 1980 che
intendano esercitare la professione. Un obbligo già previsto nella legge
409/1985, ma spesso disatteso anche per colpa della confusione che da anni
regna nel settore.
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Sirchia: "Occorre valorizzare
di più il ruolo degli Ordini dei Medici"
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Maggiore valorizzazione del ruolo
istituzionale degli Ordini dei medici, anche nell'ambito delle iniziative del
Governo in tema di provvedimenti legislativi e di aggiornamento e informazione
dei medici. È quanto concordato dal ministro della
Salute, Girolamo Sirchia, e dal presidente della Federazione nazionale degli
Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, Giuseppe Del Barone, durante
un incontro avuto al ministero. Sirchia, riferendosi in particolare al
cosidetto Dl antitruffe, ha chiarito che nell'ambito del Regolamento di
attuazione previsto dallo stesso Dl, "agli Ordini dei medici verrà assegnato
un ruolo chiave nella valutazione della cosiddetta 'colpa grave', l'unica ad
essere considerata dal provvedimento".
Per quanto riguarda, inoltre, l'Educazione continua in medicina (Ecm), si è
concordato "di rendere più significativa la presenza degli Ordini dei medici
nel ruolo specifico di terzietà rispetto a ministero e Regioni".
Infine, si è convenuto di realizzare "un tavolo permanente di consultazione
tra ministero della Salute e Federazione degli Ordini sugli argomenti di
diretto coinvolgimento della professione medica e odontoiatrica".
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Dentisti all'attacco degli
"abusivi": presentata la Carta
dei diritti e dei doveri dell'odontoiatria |
In Italia i dentisti "falsi" sono
più di quelli veri. Accanto ai 40mila laureati ci sarebbero addirittura 45mila
abusivi: perfino sarti, idraulici, tramvieri e vigili urbani, che come secondo
lavoro otturano carie e progettano dentiere.
I Nas sono sicuramente "encomiabili - dice infatti il presidente della
Commissione nazionale per gli iscritti al'Albo degliodontoiatri della
Federaziona nazionale ordini dei medici chirurghiodontoiatri, Giuseppe Renzo -
ma il fenomeno dell'abusivismo, realtà solo italiana, è così radicato che non
si riesce a debellare".
Un sarto del Sud che in una stanza misura una giacca e in quella di fianco
rifinisce una protesi; un vigile del Nord che smette di regolare il traffico
per tornare acasa a rimuovere una carie; un tramviere del Centro che porta il
mezzo al deposito, toglie la divisa e corre a estrarre un dente malato. Non è
fantasia, assicura Renzo, ma "solo alcuni dei clamorosi casi di un abusivismo
crescente nell'odontoiatria italiana".
Ovviamente i pazienti "rischiano grosso, affidandosi a specialisti
improvvisati che non solo non hanno conoscenze mediche ma non hanno nemmeno
conoscenze di igiene". E "se un semplice piercing può provocare la morte per
un'infezione - commenta l'esperto - immaginiamo i pericoli legati a un falso
dentista che magari opera in ambienti fatiscenti".
Renzo conclude ricordando alcuni dati dei Nas. "Dal 1998 al 2000 sono state
compiute 1.247 ispezioni, sono state segnalate 817 persone, sono state
rilevate 1.065 infrazioni (di cui 905 penali e 160 amministrative) e c'è un
dato ancora più inquietante: sono stati sequestrati ben 225 studi e
laboratori". Le infrazioni più ricorrenti? "L'esercizio abusivo della
professione sanitaria, l'attivazione di un ambulatorio medico privo di
autorizzazione, l'usurpazione di titoli e specialità
medicinali scadute".
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